ALLA RICERCA DELLA TERZA NAVE DI CALIGOLA

Caligola ed il Tempio di Iside

Il Navigium Isidis era una cerimonia legata all’equinozio di primavera che celebrava la rinascita, secondo il mito della ricomposizione delle membra di Osiride da parte di Iside. Consisteva nel portare in processione le statue degli dei, su navi cerimoniali, lungo il Nilo, accompagnate da un festoso corteo in maschera. Il culto si diffuse nell’Impero Romano a partire dal I° secolo e le navi divennero carri a forma di nave che attraversavano le città.
Se questa è la leggenda delle imbarcazioni allegoriche sacre, in quale luogo del Lazio, tutto ciò avveniva realmente? La risposta è nel Lago di Nemi.
Il Lago di Nemi è un piccolo lago vulcanico (1,6 Kmq) che si trova sui colli Albani. Lo specchio d’acqua ed il bosco che sorge sulle sue sponde sono luoghi di culto molto antichi che i romani dedicarono a Diana Nemorense. L’imperatore Caligola scelse questo luogo per la sua residenza imperiale e vi fece allestire tre Navi Cerimoniali, per il culto di Iside, rispettivamente di 71×20 metri; di 75×29 metri e la più grande di 150×78 metri.
Vi si trovavano statue, opere in muratura e marmo, mosaici, ricche decorazioni, bagni e sistemi di riscaldamento. Per lungo tempo non era ancora certo quale fosse la loro funzione. Adesso sappiamo, grazie agli studi di Giuliano Di Benedetti sulle navi Tempio del Lago di Nemi e della ricerca della terza nave, che erano dedicate al culto di Iside, sacro a Caligola.


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Riproduzione della nave Romana di Caligola

Alla morte dell'imperatore, contro di lui fu decretata la “damnatio memoriae“, a seguito della quale le opere che lo ricordavano furono sistematicamente distrutte.
Le imbarcazioni furono probabilmente affondate per questo motivo e i resti della terza nave, dopo essere depredata e vandalizzata, furono seppelliti da una frana.
Le fonti antiche non parlano delle navi di Caligola ma la loro esistenza, però, già in epoca tardo imperiale e nel Medioevo, non era un mistero. Occasionalmente venivano raccolti reperti dai pescatori locali. La scarsa profondità del lago consentiva poi di intravedere le sagome degli scafi. "La terza nave di Caligola", sembra ancora avvolta dal mistero.
Appare quantomeno curioso che una nave di tali dimensioni sia rimasta nascosta per duemila anni in un lago profondo, al massimo, meno di quaranta metri. Ricordiamo inoltre che, durante il recupero delle navi, il livello dell’acqua era stato abbassato di circa venticinque metri e il lago era frequentato da archeologi e sommozzatori. Difficile pensare che nessuno abbia notato nulla. Ebbene, dopo anni di studio e di ricerche, Giuliano Di Benedetti e Tindara Lo Castro, con i volontari dell'Associazione Culturale L’Arco di Diana, hanno individuato il sito di indagine della terza nave, sepolta sotto una enorme frana. La tenacia dell'Arco di Diana è della stessa tempra di quella dell'Architetto Giuliano Di Benedetti. Lo scrittore si è spento il 18 Agosto del 2020, ed il suo lascito è stato raccolto da Tindara Lo Castro, presidente dell'Arco di Diana. Continua l'attività di ricerca e di recupero, dei resti della meravigliosa terza nave, Tempio di Iside.


Articolo a cura di Elena Ciotta


NEMI: Torna il mosaico delle navi di Caligola.

Lo straordinario reperto si trovava nell’appartamento di una signora italiana residente a New York. 

Torna a Nemi, in esposizione al Museo delle Navi Romane di Nemi, in provincia di Roma, il mosaico proveniente dalle navi di Caligola, esportato illegalmente in America nel dopoguerra e restituito all'Italia grazie all'azione dei carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale.
A presentare  il mosaico recuperato  è stato il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna.
Il mosaico faceva parte delle decorazioni presenti sulle pavimentazioni delle due navi dell'imperatore Caligola. 
Ora sarà possibile ammirarlo presso il Museo delle Navi Romane di Nemi.


Articolo a cura di Tindara Lo Castro

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Una storica foto dei recuperi di
Eliseo Borghi (da G. Ucelli, Le Navi di Nemi)

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